Partire da Bach per costruire un ponte tra mondi ed epoche diverse ma conciliabili. È l'idea di Ramin Bahrami, pianista classico tra i più famosi a livello internazionale proprio per la sua maniacale devozione alla musica del Kantor, e Danilo Rea, pianista jazz di cultura eclettica che fa dell'arte dell'improvvisatore la chiave che apre tutte le porte musicali. Il progetto ha preso corpo a Umbria Jazz dove è stato eseguito in prima mondiale. Con una dedica a Omar Sharif. "Il nostro Dottor Zhivago non c'è più - ha detto Bahrami - ed il mondo è più solo. Abbiamo pensato la stessa cosa per la morte di Claudio Abbado".
Sul palco del teatro Morlacchi, sold out, due gran coda Fazioli uno di fronte all'altro per tentare una audace incursione in terre di confine. La "materia" di "...in Bach?" (questo il titolo del progetto) è nientemeno che uno dei pilastri su cui poggia tutta la civiltà musicale occidentale. Il programma ha snocciolato brani meno conosciuti, che però occupano un posto fondamentale nello sviluppo della produzione bachiana, assieme ad altri famosissimi come l'Aria sulla quarta corda ed il primo Preludio e fuga del Clavicembalo bel temperato.
Contatto: Stefania Bellodi